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11 luglio 2017

Telefona Quando Arrivi - Recensione

telefona quando arrivi

Trama

"Io sono nato nel 1978, e la mia generazione è l'ultima che ha fatto tutta la scuola senza cellulare. Magari anche voi vi emozionerete pensando a quel periodo, a quei tempi...
Quando sparavo palline di carta con il tubicino delle Bic; mia mamma che mi voleva mettere i sandali neri con gli occhioni; le feste con le luci stroboscopiche; col gesso facevi i numeri per terra e giocavi a campana; nella calza della befana c'era la sigaretta e la moneta di cioccolato; a Natale su Italia 1 c'era (e c'è ancora!) Una poltrona per due, e su Rete 4 Il piccolo Lord.
A volte mi chiedo se la vita di un ragazzo prima dell'avvento del web fosse davvero così diversa. A volte dico no, in fondo continuiamo a innamorarci, ad avere degli amici, a giocare e a divertirci come facevamo prima. A volte penso che la tecnologia abbia cambiato la natura di tutti questi rapporti, del nostro modo di passare il tempo. Per provare a capire, in questo libro racconto di come si viveva negli anni Novanta, delle mode, degli oggetti, della tv. Quando si andava in auto non per spostarsi, ma per viaggiare. Ai tempi c'erano le targhe nere con la sigla della provincia arancione. Così appena eravamo fuori dalla nostra regione, se incrociavamo un'auto che veniva dalla stessa provincia, si suonava il clacson e ci si salutava come se fossimo amici. Quello sì che era social. Ma io ero più felice perché ero piccolo, o ero più felice perché ero davvero più felice?"

Titolo: Telefona Quando Arrivi
Autore: Paolo Ruffini
Formato: E-book/Copertina Rigida
Pagine: 241
Editore: Sperling & Kupfer (31 Ottobre 2016)
Collana: Varia
Prezzo: 9,99/17 Euro
Tempo Di Lettura: 1 Giorno



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Un libro gradevole che racconta la vita che i ragazzi facevano nell'Italia degli anni '80 e '90, rivolgendo uno sguardo particolare alle abitudini e agli oggetti di uso comune, che ora sono diventati per la gran parte oggetti di modernariato.

Si parla della semplicità delle cose e delle attitudini e viene spontaneo al lettore chiedersi se tutto era più bello in quegli anni, se si era più felici perché ci si accontentava di poco. Io credo che tutto era più bello perché era più spontaneo e si dava un diverso valore alle cose e si avevano delle priorità completamente diverse da quelle di oggi.

Si ricorda di quando non si utilizzavano i telefoni cellulari e internet per comunicare con tutte le persone che si conoscevano, lo si faceva invece direttamente: con una telefonata, uscendo insieme, vivendo insieme la propria vita, senza essere oppressi dall'ansia di correre a vedere cosa c'è sui social-network e senza sentire la necessità di comunicare al mondo, in ogni momento ciò che si faceva nelle proprie giornate.

Il proprio tempo lo si condivideva con gli amici, con la famiglia, e lo si impiegava facendo attività diverse da quelle che sono abituali adesso. Il pomeriggio si usciva con gli amici a fare un giro in bicicletta, oppure ci si vedeva così, senza fare nulla di preciso, solo per il gusto di stare in compagnia dei propri amici.

La TV con i suoi programmi, i gelati che adesso non fanno più, i passatempi semplici che ci divertivano, i cartoni animati e la musica con cui siamo cresciuti. Paolo Ruffini osserva che quelli sono i ragazzi che hanno fatto la scuola senza avere un cellulare e magari anche internet sul computer di casa. Quello che era importante non era condividere tutto di sé con il mondo, ma con quello che era il proprio mondo, fatto di semplicità e cose belle.

Un viaggio nel passato, come se si fosse saliti su una macchina del tempo, per osservare quello che molti di noi hanno dimenticato, per osservare quanto eravamo diversi, per provare ad apprezzare di nuovo la semplicità delle piccole cose.

Divertente, a tratti molto nostalgico, ma sempre in senso buono. 
Pieno di riflessioni e domande che portano a fare delle valutazioni personali su quegli anni che abbiamo vissuto. 
Un libro che è bello conservare per non dimenticare mai che, anche se inevitabilmente il tempo passa e le abitudini mutano, il valore delle cose e le priorità della vita non devono per forza cambiare.


xoxo Connor


Dal libro:

"Dopo tanti anni ho capito perché mi facevano disegnare il sole, gli alberi, la famiglia. Perché sono tutte cose belle.
E ai bambini si vuole insegnare cose belle.
Poi da grandi, chissà perché, dimentichiamo quanto sono importanti."

"Solo che a volte temo che questa generazione abbia perso l'innocenza troppo presto. Sono quelli che credono meno in assoluto a Babbo Natale, perché hanno un tutorial di come ci si traveste su YouTube..."

"Oggi va tanto di moda dire: "Io la TV non ce l'ho". Come se lo schermo di un Mac fosse un libro di carta. Dire: "Io la TV non ce l'ho" fa molto radical chic. Ma forse oggi va ancora più di moda dire: "Io guardo solo le serie".

"La felicità spesso non è quando te l'aspetti, per esempio in ferie o il giorno del tuo compleanno, quando fai la festa a casa e devi stare attento che gli altri non devastino tutto. La felicità è in quei giorni in cui non succede niente, in cui presti attenzione alle piccole cose che hai intorno."

"Vorrei insegnarmi che i soli problemi che ho, un giorno diventeranno i soliti problemi che avrò. Nessun problema è un problema, se esiste la soluzione; e se non c'è la soluzione, non c'è il problema."



E-book                              Libro
        

Foto by Connor


Disclaimer/Disclosure: Questo libro è stato acquistato da Connor a scopo di uso personale.



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